Poetessa italiana. Nata da nobile
famiglia, ricevette una buona educazione enciclopedica e fu arcade con il nome
di
Glaucilla Eurotea; esordì con un poema in ottave,
Le
Amazzoni (1792), di ispirazione classicheggiante, ma presto la sua poesia si
orientò verso temi più malinconici e meditativi, di impronta
preromantica. Assai apprezzata dai contemporanei per il suo gusto per la poesia
delle “rovine” e per le liriche d'ispirazione e d'argomento
medioevale, ebbe fra i suoi amici e ammiratori dei suoi versi intellettuali e
poeti del calibro di G. Parini, V. Alfieri, U. Foscolo, V. Monti e A. Manzoni;
una sua poesia dal significativo titolo
Le rovine fu definita da L. di
Breme un modello di lirica romantica. Oltre alla raccolta di
Versi (1796,
accresciuta e nuovamente edita nel 1816) e alle
Poesie postume (1843), fu
autrice di poemetti di ispirazione ossianica, di
Novelle in prosa (1830),
di tragedie storiche (
Erminia e Tullia, 1817) e di un ambizioso poema
filosofico (
Ippazia,
ovvero delle filosofie,
1827) (Torino
1774-1840).